Il Regolamento, all’art. 2 specifica in modo dettagliato che cosa è un
cosmetico. Entrando nel merito di ogni singola frase dell'articolo, vediamo di
capire meglio.
Definizione di cosmetico:
ART. 2. a)
Ai fini del presente regolamento si intende per:
«prodotto cosmetico»: qualsiasi sostanza o miscela (1)
destinata ad essere applicata sulle superfici esterne (2) del
corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi
genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo
scopo esclusivamente o prevalentemente di (3) pulirli,
profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o
correggere gli odori corporei;
(1): la novità del regolamento è nella parola «sostanza», precedentemente
non considerata cosmetico. Questo significa che un olio, un burro
venduto come tale e destinato ad essere applicato sulla pelle, è considerato
alla stregua di un cosmetico più complesso, e ricade nel regolamento, con la
sua valutazione della sicurezza e notifica.
Per «qualsiasi» si intende qualsiasi, senza eccezioni.
Quindi qualunque cosmetico, a qualunque titolo ceduto a terzi, come ad esempio
i campioni, i gadgets, sottostanno al regolamento, anche il cosmetico fatto in
casa e regalato alla vicina di casa. Non sono previste esenzioni al regolamento
per i prodotti regalati, omaggiati o offerti in prova.
Così come sottostanno al regolamento i cosmetici prodotti dal laboratorio
artigianale: non sono previste esenzioni dall’applicazione del regolamento per
dimensioni o numero di addetti.
(2): dalla destinazione di applicazione si capisce che tutti
i prodotti devono essere ad uso esterno, ma non vuol dire che non possano
essere assorbiti e svolgere la loro azione al di sotto della superficie.
L’azione però si deve esaurire nello strato dell’epidermide: quindi entrare sì,
ma non arrivare all’osso.
La destinazione di applicazione non significa che il prodotto debba essere
formulato in modo che non penetri, tanto è vero che la valutazione della
sicurezza prevede il calcolo dell’assorbimento cutaneo e la tossicità
sistemica. Però è la sua funzione che deve esaurirsi sull’epidermide e i suoi
annessi. E’ uno dei motivi per cui un prodotto definito «anticellulite» non è
cosmetico (l'altro motivo è che la cellulite, essendo un'infiammazione, non può essere oggetto dell'azione di un cosmetico), ma lo stesso prodotto definito «coadiuvante per la riduzione degli
aspetti esteriori -o degli inestetismi cutanei - provocati dalla cellulite» lo
è: gli viene attribuita un’azione superficiale per risolvere un inestetismo provocata da qualcosa che è nel
sottocute.
(3): Leggendo lo scopo esclusivo o prevalente si mettono dei
paletti a quello che il cosmetico può o non può fare.
Quindi tutti i detergenti (Pulirli), i deodoranti e i
profumi (Profumarli + correggere gli odori corporei), il make-up, gli
smalti per unghie e i coloranti per capelli – ma anche prodotti per le rughe e
le macchie, prodotti per la rasatura (Modificarne l’aspetto), i prodotti
solari (Proteggerli), i prodotti emollienti, nutrienti, idratanti,
tonificanti, condizionanti, balsami per capelli (Mantenerli in buono stato)
sono cosmetici.
NOTA: Il fatto che venga specificato "corpo umano" intende che tutti i prodotti per uso veterinario non sono oggetto del regolamento.
Ci sono tantissimi prodotti in commercio, che a stretta
definizione di regolamento non sarebbero cosmetici, considerando l’azione
attribuita in etichetta. Ci pensa il legislatore a indicare più
dettagliatamente quali sono effettivamente i prodotti cosmetici: si trova
l’elenco nella sezione iniziale delle consideranda, non all’interno delle
definizioni.
Nella PRIMA pagina del documento, molto prima del regolamento vero
e proprio, si legge al punto 7:
(7) "Per stabilire se un
prodotto debba essere considerato prodotto cosmetico è opportuno basarsi sulla
valutazione caso per caso, tenendo conto di tutte le caratteristiche del
prodotto in questione. I prodotti cosmetici possono comprendere creme,
emulsioni, lozioni, gel e oli per la pelle, maschere di bellezza, fondotinta
(liquidi, paste, ciprie), cipria, talco per il dopobagno e per l’igiene
corporale, saponi di bellezza, saponi deodoranti, profumi, acque da toeletta ed
acqua di Colonia, preparazioni per bagni e docce (sali, schiume, oli, gel),
prodotti per la depilazione, deodoranti e antitraspiranti, tinture per capelli,
prodotti per l’ondulazione, la stiratura e il fissaggio, prodotti per la messa
in piega, prodotti per pulire i capelli (lozioni, polveri, shampoo), prodotti
per mantenere i capelli in forma (lozioni, creme, oli), prodotti per
l’acconciatura dei capelli (lozioni, lacche, brillantine), prodotti per la
rasatura (creme, schiume, lozioni), prodotti per il trucco e lo strucco,
prodotti destinati ad essere applicati sulle labbra, prodotti per l’igiene dei
denti e della bocca, prodotti per la cura delle unghie e lacche per le stesse,
prodotti per l’igiene intima esterna, prodotti solari, prodotti
autoabbronzanti, prodotti per schiarire la pelle e prodotti antirughe."
Questo significa che quando si formula un prodotto bisogna pensare
per prima cosa a quale azione si vuole attribuire il prodotto, per essere certi
che sia effettivamente un cosmetico.
In pratica, quando si formula un cosmetico ci si deve porre 3
domande: che cosa è, dove va applicato, cosa fa.
E’ UN COSMETICO? NON E’ UN COSMETICO?
Fermo restando quanto precedentemente
esposto, può capitare di avere per le mani una formula la cui funzione non è
così univoca o riconducibile con certezza alle definizioni.
L’esempio più evidente sono i peeling chimici e gli scrub:
l’azione di asportazione di uno strato dell’epidermide non rientra nella
pulizia e quindi non sarebbero cosmetici. A meno che non gli si attribuisca una
funzione «rinnovante» che allora, mantenendo in buono stato l’epidermide, è un
cosmetico.
-Non è un cosmetico se contiene delle sostanze vietate per i
cosmetici.
-Non è un cosmetico se va applicato su pelle lesa: il cosmetico,
per definizione, va applicato su pelle integra, per cui una pomata lenitiva
post- tatuaggio NON è un cosmetico. Viceversa, un prodotto lenitivo per gli
arrossamenti è un cosmetico, purché l’arrossamento non presenti fessurazioni.
-Non è un cosmetico se vanta azioni terapeutiche: lo scopo di un
cosmetico non è guarire, lenire dolori, medicare. Il cosmetico non ha e non può avere azioni terapeutiche.
-Non è un cosmetico se non ha una delle funzioni previste per un
cosmetico: la colla per le ciglia finte NON è un cosmetico. L’olio da massaggio
NON è un cosmetico: favorire lo scorrimento delle mani non è un’azione cosmetica.
Se però viene attribuita all’olio una funzione cosmetica, ad esempio “olio nutriente
da massaggio”, questo olio è un cosmetico, perché nutre la pelle. Il lubrificante intimo NON è un
cosmetico, è un dispositivo medico: non viene applicato sulla superficie dell’epidermide
e/o dei suoi annessi, ma viene introdotto nel corpo.
-Non è un cosmetico se il suo uso presuppone dei rischi per la salute umana: un cosmetico è un vezzo, non è necessario per la sopravvivenza, per cui non è mai contemplato il concetto di rischio/beneficio. Deve essere sicuro senza se e senza ma.